Virginia Michiel

L'igiene

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Il bagno avveniva solitamente in una vasca di legno che veniva riempita di acqua tiepida o calda dalle cameriere. Spesso tale vasca veniva portata nella stanza da letto ma c'era chi aveva una stanzetta annessa alla propria stanza che adibiva alla propria igiene. Virginia questa stanzetta ce l'ha. La vasca , una volta lei dentro, viene coperta dal tendaggio fin quando ella lo desidera e viene aperta per lasciare che le cameriere o la dama di compagnia ne lavi le membra.

NUDITA'

La nudità è una condizione che se pur naturale poichè vi nasciamo, viene condita di tanta malizia da diventare quasi fonte di sommo imbarazzo per una fanciulla dell'epoca. Dipende sempre dal contesto ovviamente e più facilmente ci si spoglia per una visita medica che non per altro. Virginia non fa eccezione in merito mostrando un pudore che non ha confini, o forse sono ancora da delimitare. L'idea di apparir nuda tra le cameriere poco importa, la servitù viene percepita quale oggetto utile di complemento, ma non come persona. Esse si occupano del suo corpo ed ella lascia fare. Apparir nuda dinnanzi ad un uomo è cosa ben diversa e si riempie non tanto di complessi quanto di timori e di vergogna poichè per la Bibbia quando Eva mangiò il frutto proibito la prima cosa di cui si vergognarono eran le nudità e questo per ella implica erroneamente che Dio non vuole.
Non leviamo poi la contraddittorietà della società che percepiva il nudo femminile come espressione di arte in alcuni frangenti ma motivo di vergogna per le donne.
Tale pensiero ovviamente andava alle nobili le quali veniva insegnato che la nudità non è mai adatta al "rango" e solo taluni tipi di donne si coricano nude a fianco ad un uomo o si lasciano rimirare come mamma le ha fatte.
C'erano di sicuro nobili che riuscivano a superare questa barriera di vergona, vuoi col marito o con l'amante e vi sono documenti che confermano che talune nobili eran ben istruite anche su come gabbare gli sposi, ma non è da pensare che fosse la prassi se pure non fosse l'eccezione.

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ABITUDINI

Occorre considerare anzitutto che nel Rinascimento il bagno è un lusso e non un diritto.
I poveri potevano arrivare a farlo a turno nella stessa tinozza o, preferibilmente, in un fiume o torrente poche volte al mese a seconda della bisogna.
I ricchi o i nobili potevano arrivare a farlo anche ogni giorno se volevano anche se, tendenzialmente, non era così frequente come si può pensare per via del lungo tempo necessario per la preparazione.
Ricordiamo che non c'era acqua corrente e , specialmente per i nobili, l'acqua veniva scaldata e travasata mediante brocche in una tinozza che veniva posta nella stanza da letto.
Nel medioevo era d'uso anche il bagno pubblico, taluni ricchi mercanti o addirittura qualche nobile spregiudicato, ne aveva uno nella propria casa il cui accesso andava pagato in quanto, si narra, che fosse luogo promiscuo ove tutto poteva accadere.
Quanto ci perviene nel rinascimento stride con questa abitudine a favore di costumi in apparenza più rigidi.
Fino al 400 e poco oltre poteva accadere che i coniugi facessero il bagno assieme, ma di questo non si ha chiara documentazione nel 500 pertanto al momento, in attesa di reperire fonti attendibili, mi attengo a quanto so del 400 in merito a questa abitudine lasciando ai giocatori de "La città dei dogi" l'interpretazione.
Rimane comunque il fatto che la cura dell'igiene era puramente individuale e non obbligatoria.

In alcuni film si può vedere il bagno come semplice pulizia dei singoli arti con panno immerso in acqua e petali di rose (The Other boleyn girl-BBC), non è del tutto errato ed è presumibile che potesse essere anche così ma dal medioevo si usano tinozze site nella stanza padronale ove si lavavano signora, spesso assieme alle proprie ancelle.