Virginia Michiel
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Joachim Beuckelaer : Market Woman with Fruit, Vegetables and Poultry 1564

Le cene e i pranzi nel Rinascimento erano occasioni giornaliere o periodiche di incontro con amici, parenti e spesso potenziali personalità utili al lavoro del marito. Occorre premettere che in un palazzo spesso si coabitava con zii, cugini, fratelli e parenti ma anche amici erano spesso ospiti della coppia e talvolta anche fissi.


L'APPARECCHIATURA

L'apparecchiatura è il termine che indica la disposizione preventiva di tutti gli oggetti che occorrono per uno svolgimento lineare e fluido del servizio in tavola. La "messa a posto" (mise en place dei francesi) dipende dal menù e dalle vivande presenti.
Il Rinascimento si arricchì di allestimenti teatrali veri e propri oltre che di maioliche smaltate, vasellame in vetro e forchette . Con il tempo il vasellame non venne più collocato a tavola, ma posto su un'apposita credenza dove boccali d'argento, bicchieri di vetro, saliere preziose, candelieri, taglieri, bacili per le mani e oggetti ornamentali facevano bella mostra di se, sottolineando la ricchezza del loro proprietario.

CREDENZA E BUFFET

Pierre Buffet, cuoco di Francesco I, diede il nome al mobile omonimo (credenza) usato per esporre o conservare oggetti e vivande.

Nella camera della puerpera, per la presentazione del primogenito, venivano apparecchiate delle tavole con i rinfreschi da offrire agli ospiti per festeggiare e sistemate almeno due credenze da "mostra".



Le credenze erano principalmente



1. da mostra per vasellame e servizi di piatti, vassoi di argento etc



2. da mostra (bottigliera) per mostrare caraffe, boccali, bicchieri, bottiglie preziosi



3. Di servizio, per posarvi le pietanze fredde, piatti e quello che occorreva per mangiare

Le posate

La FORCHETTA si impose come uso nel 500 ma i nobili, al contrario dei borghesi, non la ritenevano obbligatoria ma solo un elemento di maggior lusso e prestigio.

Pare che il suo uso derivasse dallo sposalizio di un doge veneziano con una principessa bizantina, la quale portò seco una forchettina a due dentini e non accettava di mangiare senza l'ausilio di questo ninnolo.



il COLTELLO solitamente era di punta aguzza perchè serviva per infilzare il cibo e portarlo alla bocca.
Nel Rinascimento, con il migliorarsi delle tecniche di lavorazione dell'acciaio, la coltelleria italiana conobbe grande splendore grazie ai laboratori del Ducato di Milano e della Repubblica di Venezia

l termine "cucchiaio" proviene dal latino "cochlea" (conchiglia, chiocciola), forse perché il guscio di questi animali rappresentò il primo strumento naturale usato dall'uomo per portare i liquidi alla bocca.

COPPE E BICCHIERI

Dal '500 in poi, la patria dei bicchieri in elegante vetro è Venezia. Le forme cilindriche si arricchiscono del piede, gli steli si allungano, e si allargano le coppe. Anche il variare delle decorazioni determina un fenomeno di dimensioni europee, e la manodopera veneziana emigra in Olanda, Germania, Spagna e Francia, dove con l'arrivo di Caterina de' Medici iniziano a svettare a corte delicati bicchieri in vetro di Murano.
Sempre nel Rinascimento vengono canonizzate le caratteristiche necessarie per il bicchiere ideale a degustare il vino: "esso ha da essere trasparente ed incolore, di vetro o di cristallo, con le pareti sottili e prive di qualsiasi decorazione o intaglio."

Servizi e Portate

Un piatto da portata serviva almeno dai 2 ai 4 commensali. I servizi invece si distinguevano in:

- SERVIZI DA CREDENZA (piatti freddi quali torte, pasticci, focacce farcite etc)

-SERVIZI DA CUCINA (piatti caldi)

I piatti di ciascun servizio erano posti in tavola tutti insieme, e i convitati vi attingevano liberamente. Nell'intervallo fra un servizio e l'altro si cambiavano i vassoi, e ci si lavava le mani con acqua di rose.
Vere e proprie liste di piatti furono quelle presentate nei trattati cinquecenteschi di cucina del Messisbugo e dello Scappi.

Lo stuzzicadenti

Nel Cinquecento vennero elaborati degli esemplari preziosissimi di stuzzicadenti in oro che venivano portati al collo come normali pendenti ornamentali.
Contro questo uso, e in genere contro l'utilizzo non appropriato dello stuzzicadenti, si pronunciò Giovanni della Casa nel Galateo, dedicando a questo oggetto un gustoso brano:
" e chi porta legato al collo lo stuzzicadenti erra senza fallo oltra che quello è uno strano arnese a veder trar di seno e non so ben dire perché questi cotali non portino altresì il cucchiaio legato al collo".

VIVANDE CURIOSE - Afrodisiaci e altre ricette

Chiodi di garofano -Nel Cinquecento divennero sicuramente uno dei prodotti più ricercati e cari, e i medici consigliavano di metterli in infusione nel latte perché avrebbe mirabilmente aumentato le forze di Venere. I chiodi erano considerati così potenti come afrodisiaci, che il loro uso era proibito agli appartenenti a vari ordini monastici.

Anche il peperoncino venne considerato un afrodisiaco. Tutti i torti tuttavia non li avevano pare.

L'Asparago già tra i Greci veniva considerato un afrodisiaco, nel Medioevo tuttavia, se pure raccolto e usato per le sue proprietà terapeutiche, fu considerato Afrodisiaco quando la Scuola Medica Salernitana dichiarò lapidariamente "augmentat sparagus sperma" (l'asparago fa aumentare lo sperma)

Il Cacao , dopo la scoperta dell'America, è annoverato tra i cibi afrodisiaci nel Rinascimento, vuoi per l'odore particolare vuoi per la sensazione che si prova. Non proprio afrodisiaco ma pare che il cioccolato stimoli la produzione di Serotonina, elemento che favorisce quella sensazione di serenità e benessere.