Virginia Michiel

Il Matrimonio nel rinascimento

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Il matrimonio nel rinascimetno non era affatto cosa scontata e nemmeno romantica come oggi si intende. Essendo un "contratto" stipulato tra grandi casate esso aveva un'iter lungo e difficoltoso che non teneva conto dell'amore.
 

 

Occorre partire dal concetto che il Matrimonio non era un fatto privato ma una Cosa Pubblica

Specialmente se si trattava di famiglie di alto rango

L’iter giuridico matrimoniale si articola in tre fasi principali

 

  1. Accordo privato preliminare
  2. Fidantie o pacta sponsalia
  3. Matrimonium o subarratio

 

Poiché il matrimonio richiedeva spese consistenti e passaggi di denaro e beni di una certa entità, alcuni benestanti , ma soprattutto i poveri, ricorrevano ad uno strattagemma.

 

LE ETA' DEGLI SPOSI
 

L’età media della sposa poteva variare dai 14 anni al 18 a seconda della famiglia. Usualmente venivano date in spose appena si presentava il ciclo mestruale che già allora si sapeva che era segnale della fertilità della donna. Prima del XVI secolo ci sono spose giovanissime di addirittura 12 anni come ci testimoniano i testi teatrali e letterari. Questo perché la vita media era breve e si riteneva che una donna tanto più giovane era, tanto più resistente alle fatiche del parto e fertile sarebbe stata in futuro.

Il marito in media poteva avere dai 10 anni in su più della sposa essendo doveroso che questi fosse dotato di grandi beni e una posizione sociale di un certo livello. Posizione che ovviamente non veniva raggiunta, salvo qualche caso, nella giovinezza ma verso l'età matura che per un uomo poteva partire dai 25 anni.

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FASE 1- ACCORDO PRIVATO PRELIMINARE

 

In questa fase venivano condotte le trattative mediante un mediatore.

Le parti stabilivano e sottoscrivevano delle condizioni di accordo, insomma la stesura di un contratto.

 

Curiosità: a Roma questa fase veniva anche chiamata Abboccamento perché al termine delle trattative i rappresentanti delle due famiglie si stringevano la mano e si baciavano sulla bocca

 

Durante le prime due fasi non doveva avvenire alcun incontro privato tra i due sposi. Tutto doveva essere formale ed alla presenza di parenti e membri della comunità rivolgendosi rigorosamente col “lei” o col “voi”.

Qualora una fanciulla fosse stata sorpresa ad incontrarsi in privato col futuro marito ne sarebbe stata minata nell’onore e nella dignità!

Vi sono tuttavia lettere che dimostrano che alcune donne eran meno sprovvedute di quanto si credesse.

Vi sono “consigli” da parte di alcune donne, trascritti e tramandati al fine di “imbrogliare ad arte” il mondo maschile e le restrizioni sociali.

Alcuni di questi scritti offrono consigli , se pur cruenti e qualcuno che farebbe arricciare il naso a chiunque, su come ingannare persino sulla propria verginità affinchè lo sposo non se ne renda conto e neppure i familiari.

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FASE 2

FIDANTIE Stipulata davanti al notaio e preferibilmente in Chiesa, per conferire maggiore solennità. In questa fase si definiva l’ammontare della dote e si fissavano le modalità di pagamento. Si stabiliva anche la donatio propter nuptias (Donazione in vista di futuro matrimonio)

FASE 3:IL MATRIMONIO

 

 

In questa fase e solo in questa la presenza della sposa era indispensabile.

Nelle fasi precedenti la presenza di ella era ininfluente e probabilmente neppure presa in considerazione.

Il matrimonio si celebrava nella casa paterna della sposa.

La festa di nozze poteva essere celebrata anche in casa dello sposo. Si legge in alcuni resoconti di cortei che scortavano la sposa fino alla casa dello sposo.

In altri documenti si legge invece di giostre e banchetti che avevano luogo davanti alla casa dello sposo.  La cerimonia constava di 3 fasi:

 

  1. Il consenso per verba de presenti di fronte al notaio e ai testimoni dei due sposi. 
  2. Inmissio anuli
  3. Consumazione delle nozze

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La consumazione del matrimonio fino agli inizi del 500 non avveniva mai il giorno stesso delle nozze per rispetto al sacramento del matrimonio. Spesso veniva consumato il giorno seguente (salvo eccezione per i regnanti ). Con il passare degli anni tuttavia si è andati scegliendo la consumazione nella notte stessa per garantire la validità del matrimonio stesso.

Le abitudini variano da città a città poichè in quel periodo non vi era uniformità politica nè culturale, pertanto non ho notizie specifiche riguardo le usanze Veneziane ma pare che nel giorno stesso delle nozze, intorno alla metà del 500, andasse esibito agli ospiti il lenzuolo sporco del sangue che dovea esser prova dell'avvenuta consumazione e della legittimità del matrimonio.

Poteva tuttavia capitare che, o per problemi della sposa o per gentilezza dello sposo, la consumazione venisse ritardata di qualche giorno o settimana. Ma senza questa il rischio di ripudio e annullamento era alto per la donna e significava solo Convento.