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Le regole sociali per una coppia sposata cambiavano ovviamente in alcuni aspetti, nuovo status per la donna ma anche doveri
e aspettative caricate sulle sue spalle
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Tra moglie e marito...
Il rapporto tra coniugi, nonostante l'intimità creatasi, era e rimaneva formale come prima del matrimonio.
Il lei e il voi erano d'obbligo tra marito e moglie come tra figli e genitori.
Vi era una distribuzione di potere non paritaria e una verticalizzazione che vedeva il capo famiglia come unico in grado
di dare del tu a chiunque al suo interno, ma non viceversa.
Si dovrà attendere l'800 per avere un rapporto matrimoniale più paritario almeno nell'espressione verbale.

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Libercoli e consigli
Non mancavano ovviamente libercoli prodighi di consigli sul governo del matrimonio, indirizzati alle cattolicissime mogli
e spesso scritti da preti, che par che di esperienza in matrimoni ne avessero parecchia giacchè scrivevan bene e nel dettaglio
quel che bisognava fare non solo nella gestione della casa e l'educazione della prole.
Alcune donne maritate, spesso la madre o ancor più di frequente la suocera, prendevano in carico l'onere di consigliare
la figlia o nuora e guidarla per i primi tempi del matrimonio dispensando utili pratiche e ricordando sempre l'obbedienza
e la devozione che dovean esser riservate al marito

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Governo della famiglia
Le regole erano semplici se pur difficili forse da digerire. Il marito si occupava di affari al di fuori della casa e la moglie
poteva disporre della servitù mirandosempre al buon governo ma senza mai gestire direttamente denaro.
La moglie doveva obbedire al marito senza fiatare, anche se pare da documenti che , forse in virtù del fatto che i costumi
andavano perdendo rigidità col passar dei decenni, sempre più donne finissero per risponder a tono e ribellarsi appena potevano
ma ciò, sempre e comunque, non era mai visto bene e vissuto come un'onta.
La devozione al marito era obbligo per una moglie che, spesso,si sentiva consigliare anche dal marito stesso che era buon
costume farsi trovar sempre allegra, poichè era suo dovere. Così pure alla moglie spettava l'educazione dei figli ma solo
fino ad una certa età a seconda del sesso (vedi sez. Figli)

MATERNITA'
Con la gravidanza la donna aggiungeva allo status di Moglie quello di madre.
La vita di una donna era scandita dalle gravidanze ed il suo valore dal sesso del nascituro che , di rigore, si preferiva
maschio per garantire un erede.
Ovviamente, data l'alta mortalità infantile, la strategia più comunemente adottata era quella del numero, quanti più se
ne mettevano al mondo tanto più si era certi che qualcuno sarebbe sicuramente arrivato alla maturità o addirittura alla vecchiaia.
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Doveri coniugali e compromessi
Il termine dovere coniugale già fa ben intendere come veniva concepito e vissuto il rapporto di coppia spesso da ambo le parti.
Uomini e donne non possono avere alcun genere di rapporto erotico se non all'interno del matrimonio e non finalizzato
al piacere.
Unico fine dei rapporti era la procreazione.

ADULTERIO
Atto più grave della semplice violenza (tacitamente accettata ma pubblicamente condannata) era l'adulterio.
Questo reato metteva in discussione l'onore maschile e l'autorità sulla moglie (oltre poi al dubbio sulla paternità della
prole)!
Tuttavia era curiosamente univoca la cosa in quanto solo l'adulterio femminile metteva a rischio l'onore sospettando di
spacciar per figli del marito i figli di un altro e questo era un vero e proprio oltraggio, un delitto contro la persona oltre
che contro la morale. Pertanto l'adulterio maschile veniva tollerato mentre quello femminile veniva severamente condannato!
Le donne adultere potevano essere uccise dagli stessi mariti se colte il flagranza senza che questo costituisse reato.

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EDUCAZIONE DELLA PROLE
Il fanciullo per i moralisti dell'epoca doveva essere affidato fino a sette anni alla madre. perchè -diceva l'Alberti - le
donne erano calme e tenere mentre gli uomini inadatti a occuparsi dei bambini più piccoli essendo bruschi e nervosi.L'educazione
continuavano a riceverla dalla madre in parte,essa aveva un ruolo fondamentale che proseguiva, a custodire la vita dei figli,
anche quando erano adolescenti.
Giunti all'adolescenza era facile che venissero affidati ai collegi religiosi se maschi o ai conventi se femmine.
La Chiesa era molto attenta all'educazione delle nobili fanciulle (come mostra anche il Manzoni nel famoso romanzo storico
"I Promessi Sposi") e questa educazione veniva differenziata a seconda della "destinazione" della bambina.
Talvolta le figlie femmine erano sacrificate al convento se considerate in eccesso. Anche i figli maschi considerati in eccesso
potevano subire la stessa sorte.
Se da un lato si puntava sulla strategia del numero, dall'altra, di fronte alla sopravvivenza di più figli, subentrava
la strategia patrimoniale del convogliare sul primo maschio nato tutti gli averi di famiglia.
Ciononostante è da considerare che le figlie femmine potevano servire spesso come "merce di scambio" e legame
indissolubile tra famiglie potenti pertanto era possibile che di due figlie femmine, nessuna venisse destinata alla vita conventuale.
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